L’autunno è arrivato ed assieme ai deliziosi frutti di bosco, quali castagne e funghi, arriva anche il dimensionamento della rete scolastica e la programmazione dell’offerta formativa per l’a.s. 2019/20. A tal fine la regione Campania, come ogni anno, ha emanato il 21 giugno u.s. le relative linee guida.
Come in tutti i documenti amministrativi che riguardano la scuola statale da vent’anni a questa parte, si enunciano tanti buoni propositi, ma in realtà si tratta solamente di operare tagli a posti di lavoro.
Nella provincia di Benevento, afflitta da una grande denatalità, sono quattro le istituzioni scolastiche che nell’a.s. 2019/20 non avranno più l’autonomia e precisamente: IC Guardia Sanframonti, IC Pietrelcina, IS Morcone e IS Virgilio di Benevento.
Sono tutti istituti di antica tradizione, che rischiano di scomparire, precipitando nell’oblio tutto il vissuto di tante generazioni di allievi. Infatti, nessuno di essi rientra nei limiti minimi fissati per avere l’autonomia scolastica e cioè di seicento allievi, che diventano quattrocento per i comuni di montagna.
Ma cosa significa perdere l’autonomia? La scuola sottodimensionata non avrà un dirigente scolastico ed un direttore dei servizi amministrativi e potrà essere accorpata o fusa ad altra istituzione. Si perderanno così da subito due posti, ma nel breve e nel lungo periodo con l’accorpamento o la fusione se ne perderanno sicuramente altri, quali ad esempio quelli di assistente tecnico, amministrativo e collaboratore scolastico. Infatti nel mondo della scuola funziona così: due più due non fa quattro, ma quasi sempre tre ed a volte anche due.
È di assoluta evidenza che la perdita di un’autonomia scolastica non è una buona cosa per la nostra provincia in generale e per il comune dove essa è ubicata in particolare.
Fatte queste premesse, vediamo chi sono gli attori che devono redigere il piano. Diciamo subito che l’ultima parola spetta alla Regione Campania, in capo alla quale c’è la potestà deliberativa.
Ma prima le province elaborano il piano per le scuole secondarie di secondo grado ed acquisiscono le proposte dei comuni relativamente alle scuole primarie e secondarie di primo grado presenti sui propri territori.
Di fronte alla logica stringente dei numeri c’è poco margine se non adottare le scelte che arrecano meno danno, nella logica del “quieta non movere e mota quietare”.
Come Federazione Gilda UNAMS crediamo che il male minore sia quello di non procedere ad alcun accorpamento e di lasciare tutto così com’è anche per il prossimo anno scolastico, dando a reggenza gli istituti sopra menzionati. Questo è solamente buon senso.
Tuttavia i sindaci, in genere, vedono la perdita dell’autonomia della propria scuola come un grave vulnus di immagine, cosa che tale non è, per cui da qualche anno aleggia un pericolo ancora maggiore che è la costituzione di istituti omnicomprensivi.
L’istituto omnicomprensivo ha nel suo interno tutti gli ordini e gradi d’istruzione, dalla primaria alla secondaria di secondo grado. Sembrerebbe una genialata, la quadratura del cerchio. Infatti, mettendo assieme tutte le scuole di un comune, certamente si supera il limite di 600 allievi. L’autonomia è salva e con essa l’onore del paese.
Noi della Federazione Gilda UNAMS crediamo che il rimedio sia peggiore del male per i motivi che di seguito espliciteremo, tralasciando le problematiche didattiche organizzative che tali istituti pongono. In primis le linee guida prevedono la costituzione degli omnicomprensivi solo “nelle località che si trovino in condizioni di particolare conclamato isolamento“.
Dare una elastica interpretazione alla norma comporterebbe che in poco tempo tutte le istituzioni scolastiche dei comuni della provincia diverranno omnicomprensivi più o meno grandi e nel contempo il limite minimo di 600 allievi di fatto verrebbe innalzato a 800 e oltre. Avremmo così una diminuzione delle autonomie, che quasi certamente passerebbero dalle attuali 53 a non più di 30 ad essere proprio ottimisti.
Esortiamo pertanto i politici locali a fare i politici e quindi a non pensare al proprio orticelllo, ma al bene dell’oicumene, ad avere un approccio di tipo olistico.
Purtroppo nell’immediato c’è poco da fare per la provincia di Benevento. La denatalità va combattuta con politiche di sostegno del lavoro, dei redditi, delle famiglie, interventi che ad oggi non sono stati posti in essere. Speriamo che per il futuro qualcosa cambi e ci sia una maggiore attenzione per le zone interne.
Ma sarebbe sicuramente di ristoro per la scuola sannita una politica dei trasporti provinciali più accorta alle sue esigenze per impedire che Benevento diventi tributaria di allievi anche nei confronti delle provincie limitrofe, la qual cosa sa tanto di beffa.
Prof.ssa Colomba DONNARUMMA
Coordinatrice Provinciale Fed. Gilda-UNAMS