Tanto si discute dei cambiamenti nel palinsesto delle reti Rai, e, insieme, si torna a ragionare sulle reali utilità e sostenibilità del canone.
L’informazione e la cultura rappresentano uno dei servizi pubblici più importanti, fondamentale per la crescita della comunità e per l’effettività della libertà di partecipazione democratica. È legittimo, quindi, chiedere maggiore attenzione nella selezione dei contenuti e maggiori trasparenza e imparzialità nella gestione e delle comunicazioni.
E invece la differenza impercettibile tra televisione di Stato e vera e propria attività commerciale, le spese vertiginose sostenute per la remunerazione di ospiti e conduttori di alcune trasmissioni, la frequente strumentalizzazione del mezzo per esigenze di carattere politico, fanno crescere la sfiducia rispetto alle effettive utilità del sistema e l’insofferenza rispetto alla richiesta di pagamento del canone. L’ennesima tassa a carico di famiglie già fortemente provate dagli affanni del momento.
Il canone rai è, in realtà, il ‘canone tv’, un’imposta da pagare non per accedere ai canali, ma semplicemente in relazione al possesso di un televisore, indipendentemente dall’uso che se voglia fare. Irrilevante è, ad esempio, il fatto che, in certe aree, i canali rai non si vedano o il fatto che si scelga di non guardarli.
Per altro verso, la Rai non offre un servizio troppo diverso da quelli offerti dalle emittenti commerciali, che si sostengono con la pubblicità, quella stessa della quale anche la televisione di Stato se serve come fonte di finanziamento, e spesso con migliore accortezza nel contenimento dei costi operativi.
Non è mai semplice operare tagli al gettito erariale, ma ci sono operazioni particolarmente semplici e soluzioni immediate che possono rappresentare un aiuto importante per milioni di famiglie. L’abolizione del canone Rai sarebbe un contributo alla riduzione dei costi della vita e alla realizzazione di quel rinnovato rapporto tra servizi pubblici erogati dallo Sato e spesso ceduti in concessione dallo Stato a dei privati senza le dovute azioni di monitoraggio sulla qualità dei servizi erogati a tutela dei cittadini.
Meritocrazia Italia propone che il canone Rai venga abolito per le famiglie e per tutti quegli esercizi commerciali oggi costretti a pagare per un servizio pubblico del quale spesso neppure fruiscono.
Meritocrazia Italia – Il Presidente Walter Mauriello