Dopo un anno formativo denso di iniziative seminariali sul tema ”Generare vero sviluppo ascoltando il grido dei poveri”, CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune ha aperto i battenti alla prima sessione della Giuria popolare in materia di povertà e giovani. Dei circa 300 inviti inoltrati a mezzo posta, circa 25 cittadini hanno accolto l’invito, che si sono aggiunti ai partecipanti all’intero percorso.
“Siamo nella media degli esperimenti simili condotti anche nel Nord Italia” ha precisato Ettore Rossi – Direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Benevento che insieme al Centro di Cultura “Raffaele Calabria” e all’Università Cattolica promuovono CIVES – il quale ha aggiunto: ”Si tratta di un esperimento di democrazia deliberativa in cui intelligenze e competenze diverse dei cittadini esprimono un giudizio, un pensiero critico e costruttivo sulle iniziative messe in atto dalle istituzioni e di cui siamo tutti necessariamente destinatari”.
Ha accettato di intervenire la prof.ssa Lucia Fortini, Assessore regionale alle politiche sociali e all’istruzione. Vengono accolte con calore le iniziative della Regione Campania attivate: oltre 15000 borse di studio della cifra di 400 euro destinate a giovani campani; 120.000 abbonamenti gratuiti agli studenti per i trasporti scolastici; il programma triennale “Scuola Viva”, che ha concesso di aprire nel pomeriggio le scuole al territorio, anche nelle piccole località in cui la scuola sembra essere l’unico punto di incontro comunitario possibile. Presto nascerà il progetto “Scuola di comunità” per sostenere i ragazzi più in difficoltà anche al mattino.
Ma dalla platea la narrazione non convince una giovane liceale che, invitata al dibattito, si chiede e chiede all’assessore con molta naturalezza quanti giovani potranno trovare lavoro con i progetti attivati dalla Regione. C’è scetticismo, è naturale. Troppi giovani ancora sono costretti ad emigrare. Ettore Rossi ricorda le parole di Papa Francesco durante la recente visita a Pietrelcina, quando ha implorato i responsabili delle istituzioni ad impegnarsi a trovare soluzioni a questo problema dell’assenza di opportunità lavorative, con invocazioni che ormai ci suonano familiari: ”Per favore, fate qualcosa”.
“Il solco tra chi ci governa e la cosa pubblica si fa più profondo se pensiamo alle nostre realtà periferiche, vittime di incompetenza, quando non di malaffare” è il grido di allarme che sale dalla platea. I dati parlano chiaro: oltre il 60% di quanti si rivolgono alle Caritas per sostegno economico in Campania è costituito da italiani. L’assessore concorda con la percezione di un disallineamento tra governanti e governati a causa di quello che attribuisce ad un deficit di narrazione, un mancato dialogo tra le parti. Le politiche poste in essere dalla Regione Campania, pur nella nobiltà degli intenti, di fatto, non possono dirsi completamente centrate nel target delle nostre aree, a causa di una analisi dei bisogni non calibrata a monte della progettazione.
Dal confronto è emersa una consapevolezza condivisa: la provincia di Benevento vive il disagio di appartenere ad un’area periferica. Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas diocesana, interviene per perorare la nomina di un assessore alle zone interne per far fronte al “Napolicentrismo”. Inoltre, il REI (reddito di inclusione), nelle nostre realtà, potrebbe far fronte alle esigenze urgenti ed immediate di una fetta di popolazione, periferica ed emarginata, perché delocalizzata rispetto alle opportunità di reddito. Delle politiche già avviate o in procinto di essere attivate, di cui si è fatta portavoce l’assessore, molte non sembrano riguardare strettamente i territori periferici, e Benevento è tra questi.
La prof.ssa Fortini non è a conoscenza dei gravi disagi nei collegamenti tra Benevento e Napoli, soprattutto domenicali. Il turismo promettente delle nostre aree potenzialmente ricche di patrimonio artistico-culturale da offrire rimarrà sempre tale, se non si coglierà l’opportunità in ambito di progettazione regionale. L’assessore replica: “Molto di ciò che resta non fatto è da attribuire a mancata informazione sui fondi europei e a scarse competenze degli enti locali nel sapervi accedere. “Prevediamo un bonus premiale per gli ambiti territoriali sociali nella misura del 10% se dimostreranno capacità nel realizzare azione e mettere in campo la loro professionalità” e per il prossimo anno stimiamo che si possa arrivare al 20%”. I giurati si ritroveranno il 6 aprile per la seconda sessione in cui si confronteranno tra loro e valuteranno le politiche ed azioni illustrando, offrendo anche delle proposte per migliorarle.