«Restituiamo ai boschi le bacche del pungitopo alla fine delle feste»: questo l’appello di alcune associazioni dell’entroterra campano che hanno predisposto delle scatole in cui depositare le proprie bacche per evitare che vadano persi semi di biodiversità. Il pungitopo è infatti una pianta minacciata e protetta, dalla crescita molto lenta che scoraggia coltivazioni a scopo commerciale, e la maggior parte dei rametti di Natale vengono sottratti dallo stato selvatico, privando la pianta dei frutti fondamentali per la sua riproduzione.
«Le bacche rosso vivo – spiega il consulente erboristico Pierluigi Campidoglio, ideatore dell’iniziativa insieme con il portale bMagazine, il gruppo d’acquisto solidale “Gasb” di Benevento e l’associazione irpina “Ecopotea” – evocano immagini di prosperità e sopravvivenza nella stagione buia e sono per questo considerate benauguranti. Sembrano piccoli soli rossi che resistono al freddo dell’inverno e all’oscurità, laddove Gesù nasce come “Sole di Giustizia”». Tuttavia questo valore simbolico e decorativo ha reso il pungitopo a rischio, tanto che in alcune regioni è espressamente vietata la sua raccolta.
Per aiutare questa bellissima pianta del Natale sono stati installati due raccoglitori di bacche presso la “Libreria Masone” di Benevento e presso la sede dell’associazione “Ecopotea” a Venticano (qualsiasi attività può aderire all’iniziativa contattando una delle associazioni sul web). I frutti raccolti saranno in parte restituiti direttamente alla natura, in parte fatti germogliare e piantati durante un evento con gli aderenti all’iniziativa (in questo caso bisogna lasciare nella scatola un foglio con il proprio indirizzo email per essere contattati e invitati).
Restituire qualche bacca non costa niente e può salvare la pianta del Natale dal Natale, facendola rinascere. Così il cerchio ecologico e simbolico sembra chiudersi.