Profonde preoccupazioni espresse dalla Provincia di Benevento, dapprima il 5 dicembre u.s., con il Presidente Nino Lombardi, e quindi il 16 dicembre u.s., dal Consiglio Provinciale a voti unanimi, sugli effetti devastanti di una norma contenuta nella Legge di Bilancio statale in materia di dimensionamento scolastico. Il provvedimento, disse in quei giorni il Presidente Lombardi, «si tradurrà in una vera e propria decimazione delle Dirigenze scolastiche nel territorio delle aree interne e periferiche».
In merito a inchiesta di Marco Esposito, pubblicata su “Il Mattino” del 29 gennaio 2023, il Presidente Lombardi ha dichiarato: «Era fin troppo facile la previsione delle devastanti conseguenze per i servizi e per la stessa qualità della vita nelle aree periferiche del Mezzogiorno conseguente all’introduzione del limite minimo di 900 alunni iscritti per ciascun Istituto scolastico di primo e secondo grado. Per le aree interne collinari e montane meridionali, nelle quali si registrano da anni forti fenomeni di desertificazione sociale, di denatalità e di crollo demografico, i numeri degli alunni iscritti erano e, purtroppo, restano impietosi: ne deriva che, in base alla Legge di Bilancio, verranno accorpate quasi tutte le Scuole. Come già fatto appena un mese or sono, rinnovo l’appello alla mobilitazione delle Istituzioni locali, della Regione Campania, dell’Anci, dell’Upi, dell’Uncem, affinché in sede di Conferenza Stato – Regioni nei prossimi giorni si trovi il modo per riconoscere la situazione particolare in cui versa l’area meridionale. Giudico questa misura governativa in materia di dimensionamento scolastico grave quanto il progetto di Autonomia
differenziata per le Regioni. È necessario, dunque, che si attivi da subito un’azione di contrasto politico-istituzionale ai più alti livelli di responsabilità. Tale azione non ha nulla a che fare con gli orientamenti politici di ciascuno: la Scuola è un presidio fondamentale ed irrinunciabile di civiltà e di legalità, oltre che ovviamente di cultura. Soltanto in qualche raro Paese si pongono limiti e/o addirittura si combatte l’accesso all’istruzione scolastica per tutti: non possiamo accettare che in Italia si comprima in modo forte e brutale il diritto allo studio ed anche quello al lavoro ed all’occupazione per i tanti operatori che collaborano alla tenuta di questa Istituzione».