Quale Sanità nel territorio Sannita? Quale la prospettiva della più grande azienda sanitaria che opera sul territorio? Di chi le responsabilità del decadimento generale?
Parlare oggi di una Sanità allo sbando a Benevento è molto facile. E’ molto facile perchè il decadimento generale è sotto gli occhi di tutti e tal proposito dovremmo chiederci chi ha consentito tutto ciò, chi ha posto le basi per questo risultato.
Per fare un’analisi più approfondita non possiamo che partire dall’era Mussi, quando tutto prendeva forma. All’epoca prendeva forma una Sanità all’avanguardia sul nostro territorio, con medici specialisti e personale altamente qualificato, tutti pronti a dare al territorio quelle eccellenze che scongiurassero i numerosi viaggi della speranza.
Nel tempo però, dato che la dottoressa Mussi non si piegò alla politica locale, se ne determinò l’ingiusto tracollo, ma quello che doveva comunque avvenire in seguito, nessuno l’avrebbe potuto immaginare.
Fu allora che iniziò la girandola dei Manager inviati alla conquista del Sannio, con propositi di smantellamento dell’industria più grande del territorio, compito facilitato da quella silenziosa ed autoreferenzialità della classe politica beneventana.
Nessuno dimentica che il Dott. Lanzetta appena arrivato ebbe a meravigliarsi del piccolo Policlinico che rappresentava l’A.O. Rummo. Poi passato dalle mani dell’emerito Dott. Michele Rossi (in qualità di Commissario), dell’Avv. Boccalone, del Dott. Berruti (anch’egli Commissario) per arrivare oggi al Dott. Renato Pizzuti cui la politica regionale dello sceriffo De Luca dà il mandato di accorpare il Presidio Ospedaliero di Sant’Agata de’ Goti pur di accontentare il potetnato politico di turno, senza per questo rafforzare l’Ospedale cittadino ma invece depauperandolo ulteriormente. Finalmente si distrugge il piccolo policlinico.
Oggi questa città, questo territorio, deve chiedersi se deve continuare a subire decisioni prese altrove, tenuto conto che la Sanità Sannita è servita ad abbeverare quanti, assetati di potere, hanno approfittato delle opportunità politiche presentatesi, all’interno ed all’esterno delle strutture sanitarie: carriere regalate a chiunque ne avesse avanzato richiesta, pur di calmierare le aspettative dei tanti, determinando presunte onnipotenze che unite all’appartenenza del momento o alla riverenza di opportunità, ne hanno accellerato l’inevitabile stato di declino.
Cosa fare ora? Sarebbe ovvio? Si dovrebbero accendere i fari sulle complicità di quanti hanno collaborato al decadimento di una sanità che da qualche anno era l’orgoglio sannita, ma soprattutto, costringere la politica locale, facendone nomi e cognomi, a redimersi dallo stato di silenziosa complicità fin’ora dimostrata, scendendo in piazza alla volta della Regione Campania, affermando con forza l’nviolabilità della dignità di questo popolo.
In tutto questo contesto di decadimento generale onori e meriti vanno a tutti quei lavoratori che, con impegno e professionalità continuano ad operare giornalmente tra le mille difficoltà, in presenza di assoluta negligenza organizzativa Manageriale, che non colpisce solo là dove è più evidente: il “Pronto Soccorso”.
Tutto ciò giornalmente, svilisce gli sforzi degli operatori impegnati nelle innumerevoli attività per rendere un servizio utile alla collettività, cercando di dare risposte di assistenza ed accoglienza alle esigenze di una intera popolazione.
Di contro i manager continuano, ancora oggi, con quelle pratiche dissennate di assunzioni tramite il ricorso al lavoro interinale, che già è costato all’Erario elevati esborsi di danaro, oltre a una serie di costi aggiuntivi per sentenze giudiziali connesse.
Tale pratica a chi giova? Non c’è da fare grossi sforzi mentali per capire chi trae beneficio dalle assunzioni a termine… non certamente i lavoratori che alla fine devono solo subire!
In venti anni non un solo assunto a tempo indeterminato.
A dimostrazione della poca attenzione dei manager alla vita dell’Azienda, è l’aver lasciato il libero arbitrio ad una ditta incaricata della fornitura delle nuove divise di lavoro, di apporre ben in evidenza la propria pubblicità, quasi fosse uno sponsor privato “Benefattore” dell’Azienda Ospedaliera o di qualche Dirigente compiacente?
Chi ha consentito tutto ciò?
Chi ne ha permesso la distribuzione?
Quanti la indosseranno?
Vogliamo anche parlare delle commistioni improvvise di funzioni quali la Psichiatria e/o il Servizio 118 Emergenza/urgenza?
- Vogliamo dire che il Servizio Psichiatrico improvvisamente fu demandato all’A.O. lasciando il personale addettovi alla competenza della A.S.L. per cui gli alloggi e le spese sanitarie sono a carico dell’Ospedale ed il personale dipende dalla A.S.L.?
- Vogliamo dire della scelta dall’oggi al domani di impacchettare il personale del 118 ed inviarlo alla ASL, Per poi esternalizzarne i servizi?
- L’assistenza sanitaria presso il carcere di Capodimonte assegnata ad un unico dipendente infermiere a turno. Che servizio potrà mai fornire?
Una ASL oramai, votata allo smantellamento dei servizi essenziali e alle esigenze sacrosante di una intera popolazione; il copione è lo stesso, anche se con attori diversi. Si attende solo di accorpare le due Aziende ASL e AO a quelle Irpine?
Questa la Sanità che vogliamo?
Questa la Sanità che meritiamo?
O questa la Sanità che vogliono affibbiarci?
Tenere alta l’attenzione, è la parola d’ordine di cittadini e lavoratori.
Coordinamento Provinciale USB